Questo libro intende mettere a fuoco il tema, intimamente pedagogico, del riconoscimento dell’Io nell’universo poetico shakespeariano, alla luce della tradizione pedagogica umanistica Elisabettiana. Tale finalità viene qui perseguita attraverso un’analisi di due opere, in particolare, della produzione drammaturgica di Shakespeare: il Re Lear e il Giulio Cesare.
Shakespeare e il teatro del riconoscimento
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Descrizione
Questo libro intende mettere a fuoco il tema, intimamente pedagogico, del riconoscimento dell’Io nell’universo poetico shakespeariano, alla luce della tradizione pedagogica umanistica Elisabettiana, modellata sulla cultura classico-latina. Tale finalità viene qui perseguita attraverso un’analisi di due opere, in particolare, della produzione drammaturgica di Shakespeare: il Re Lear e il Giulio Cesare. Il “Chi sa dirmi chi sono” che riecheggia nel Lear, memore del socratico “conosci te stesso”, possiede il senso di una radicale domanda di riconoscimento di sé come re, come padre, come uomo, rilanciando l’esigenza di una diversa e più autentica formazione dell’umano, sia pure concepita all’insegna del “tragico”. Nel Giulio Cesare il drammaturgo ci offre una vera e propria “anatomia della politica”, interrogandoci su questioni concernenti la natura e la legittimità del potere, il rapporto tra la sfera della politica e quella della morale, la tensione presente tra passioni private e virtù pubbliche. E consegnandoci una riflessione densa di suggestioni pedagogico-educative riguardo alla politica intesa come spazio del reciproco riconoscimento e riguardo alla letteratura come “cura” dell’anima.
Informazioni aggiuntive
Peso | 0.3 kg |
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Dimensioni | 1.4 × 13 × 21 cm |
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