Madri sociali

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La maternità si presenta come uno status ontologico che permette di abbattere steccati e valicare confini identitari, per allargare i propri ruoli di madre al di là della famiglia ed esercitare funzioni che paiono legittimate soltanto con il ricorso ad una superiore finalità collettiva.

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Descrizione

Il volume presenta una nutrita serie di saggi che intendono analizzare il concetto di “madre sociale” a partire dal secolo XVII fino a metà del XX. La maternità si presenta come uno status ontologico che permette di abbattere steccati e valicare confini identitari, per allargare i propri ruoli di madre al di là della famiglia ed esercitare funzioni che paiono legittimate soltanto con il ricorso ad una superiore finalità collettiva. Nei profili biografici che vengono illustrati nel volume l’educazione assume una valenza fondamentale, variamente collegata sinergicamente alla politica (ma si tratta di pedagogia politica) e alla filantropia che si pone come un’embrionale estensione delle cure materne alla collettività. Per talune figure femminili il percorso verso l’agire nel mondo non fu certamente indolore, mentre per altre l’opzione di dedicarsi ai deboli e ai marginali fu più decisa. Si percepisce dunque un’eterogeneità comportamentale imputabile ai diversi contesti culturali, al differente grado di consapevolezza in merito alle capacità, all’energia e alla risolutezza impiegate nell’azione. Per queste “madri sociali” gli altri diventavano dunque una straordinaria finalità.

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