Descrizione
Gli studi sull’educazione e sulla formazione sono ormai sterminati. Meno sterminati, invece, quelli sulla formazione professionale. Anche se, con i tempi di crisi che stiamo attraversando, torna nuovamente l’interrogazione sul rapporto scuola-mondo del lavoro e torna la problematizzazione di quel rapporto nella progettazione fisiognomica della buona scolarità. Senza certo tradire, tuttavia, la buona manualità dell’homo faber. Dunque, ancora una volta si cerca di tenere in equilibrio testa e mani: una testa ben fatta e mani pensanti, come da sempre auspicato per un soggetto armonico. Se questo è lo sfondo di riflessione, in primo piano si muovono invece altri nuclei tematici: un excursus critico sulla storia della formazione professionale attuata dall’ENAIP, l’Ente di formazione delle ACLI; un girovagare tra meandri, sfumature e fraintendimenti del lessico pedagogico-educativo; un contributo fattivo della didattica e della valutazione nei processi di formazione professionale; un contesto digitale in cui sempre più spesso si istruisce e si forma; uno studio sui risultati “numerici” di successi e insuccessi formativi nel quadro dei nuovi ordinamenti universitari. Insomma, mondi diffratti entro cui orientarsi e formarsi. Possibilmente, in modo “educato”.