Due bugie di Dante

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I primi commentatori della Commedia si sforzarono di trovare, per ciascuno dei personaggi coevi a Dante che compaiono nel poema, una precisa identità storica. Spesso una totale mancanza di documenti, palesi contraddizioni o fantasiose falsificazioni dimostrano che essi non avevano la più pallida idea di chi fossero quei personaggi.

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Descrizione

I primi commentatori della Commedia si sforzarono di trovare, per ciascuno dei personaggi coevi a Dante che compaiono nel poema, una precisa identità storica. Spesso una totale mancanza di documenti, palesi contraddizioni o fantasiose falsificazioni dimostrano che essi non avevano la più pallida idea di chi fossero quei personaggi. Una analisi dei casi di Ciacco e di Filippo Argenti condotta senza pregiudizi porta a scoprire che le incoerenze e le manipolazioni toccano per questi due personaggi livelli macroscopici e, per quanto riguarda il secondo, può far sospettare che quegli antichi commentatori (e tra loro, in prima fila, il Boccaccio) volessero tenere nascosto qualcosa che ritenevano disonorevole per Dante. Un vero e proprio giallo. L’autore affronta questo groviglio di questioni con un’indagine accuratissima dal punto di vista storico, critico e filologico, ma anche con una certa leggerezza narrativa: non è usuale trovare i nomi di Mike Buongiorno e di Caparezza in un saggio letterario. Ne emerge una certezza: né Ciacco né Filippo Argenti sono mai esistiti. Di conseguenza la domanda che l’autore si pone a proposito di questi personaggi non è più: “Chi furono storicamente?”, ma: “Perché Dante se li è inventati?”. La risposta a questa domanda, che conclude il saggio, penetra nelle pieghe più profonde del genio dantesco. Ma non la riveliamo qui: abbiamo detto che si tratta di un giallo!

Informazioni aggiuntive

Peso 0.2 kg
Dimensioni 1 × 14 × 22 cm
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Collana

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