Descrizione
L’idea di una scienza pedagogica ha attraversato tutto il dibattito novecentesco, generando proposte e illusioni. Il disincanto si accompagna a un vasto fronte – in Italia invero anch’esso residuale – di approcci imperniati sul trattamento quantitativo dei dati. Il presente contributo esplora una dimensione ancor più residuale della ricerca nelle scienze umane, immaginando l’epistemologia di una scienza pedagogica basata sul metodo strutturale. Impiegando la teorizzazione dei maestri dello strutturalismo e l’approccio filosofico del secondo Wittgenstein, si evidenziano le possibilità teoriche ed euristiche di una scienza dell’educazione descrittiva ed esplicativa basata sul trattamento di vasti corpora empirici. Il rapporto con i poteri, di cui si intesse concretamente ogni situazione educativa e che si incarna in istituzioni, radica la discorsività delle scienze umane, determinando colli di bottiglia ed errori. Individuando la struttura elementare del significato e della situazione educativa, l’approccio strutturale può isolare uno spazio in cui determinare una sua propria teorizzazione, solidale con quella della semiologia generale, e dialogare alla pari con le scienze che scandagliano le basi biologiche e fisiologiche dell’umano.